Con le preoccupazioni di mercato che sono evidentemente catalizzate dalla pandemia da nuovo coronavirus, non stupisce che un tema pur molto importante come la Brexit sia finito in secondo o in terzo piano. Ma a che punto siamo?
Stando ai più recenti aggiornamenti, è improbabile che i negoziatori del Regno Unito e dell’UE raggiungano un accordo commerciale nei prossimi mesi – ha dichiarato Jean-Claude Juncker, l’ex presidente della Commissione europea.
I due team che si stanno occupando di negoziare gli accordi hanno iniziato martedì scorso il loro ottavo round di discussioni sui nuovi accordi commerciali, in quello che è un passo necessario dopo che il Regno Unito ha lasciato l’Unione Europea a gennaio, e dopo aver accettato di lavorare per un accordo commerciale, da attuare nel gennaio 2021.
Tuttavia, i colloqui commerciali non hanno finora compiuto alcun progresso significativo e ci sono crescenti dubbi che questa situazione cambierà nelle prossime settimane.
“La situazione non si sta sviluppando nella migliore direzione possibile“, ha detto Jean-Claude Juncker, che ha guidato il braccio esecutivo dell’Ue tra il 2014 e il 2019, in occasione di un evento organizzato dalla società di servizi finanziari Principal. “Per il momento “no deal” è l’esito più possibile e probabile dei negoziati“, ha poi precisato Juncker, che ha spesso svolto un ruolo chiave nelle precedenti trattative di Brexit.
Le tensioni tra le due sponde del Canale della Manica sono aumentate negli ultimi giorni, con l’emersione della notizia secondo cui il governo si starebbe preparando ad annullare alcune parti dell’accordo Brexit, che ha permesso la sua uscita “ordinata” e un periodo di transizione per tutto il 2020.
L’UE ha affermato che l’attuazione dell’accordo di ritiro è un prerequisito per qualsiasi accordo commerciale. “Confido nel fatto che il governo britannico attui l’accordo, un obbligo previsto dal diritto internazionale e un prerequisito per qualsiasi futuro partenariato”, ha detto lunedì Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea.
Inoltre, i negoziatori del Regno Unito e dell’UE non sono riusciti a trovare un accordo sugli aiuti di Stato e sulle nuove regole sulla pesca da quando sono iniziati i negoziati commerciali all’inizio di quest’anno.
Parlando domenica sera, il primo ministro britannico Boris Johnson ha detto che se non riusciranno a superare queste differenze entro il 15 ottobre, “allora non vedo possibilità che possa esserci un accordo di libero scambio tra di noi“. Se così fosse, questo significherebbe che a partire dal 1° gennaio il commercio UE-UK. seguirà le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. In termini pratici, questo potrebbe aumentare i costi per le aziende di entrambe le parti interessate a commercializzare beni e servizi da una all’altra sponda della Manica. Un’eventualità che nessuna delle parti in causa vorrebbe evidentemente raggiungere.
Secondo Juncker, il governo del Regno Unito non “capisce che non c’è modo di far parte del mercato interno senza concordare regole comuni”. Una dichiarazione particolarmente aspra, che aggiunge ulteriori tensioni ai rapporti bilaterali tra i due partner, e che potrebbero rendere ancora più complicato il raggiungimento di un’intesa in termini rapidi.